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Chiesa Tupini
Alpini,  Storia

La Chiesa dei Tupini a Villar: un’avventura che parte dal Friuli

I Villaresi e non solo, conoscono ormai da anni una Cappella localizzata alla borgata Segheria, meglio nota in Villar Perosa come “Chiesa dei Tupini“. Si tratta di una piccola chiesetta, nata dalle ceneri del Terremoto del Friuli e dall’ineguagliabile desiderio di aiutare la propria comunità che ha animato un gruppetto di volontari alpini una trentina di anni fa. Nonostante per anni abbi costituito un punto importante per celebrare le Messe presso la borgata, nelle ultime settimane ha ricevuto una condanna implacabile: dovrà essere abbattuta.

Per noi Alpini in particolare, la notizia è stata dura, perché molti di noi hanno partecipato alla sua installazione ed ha un notevole valore affettivo sia perché è nata dalla generosità di molti compagni che ora non ci sono più, sia perché rappresenta la “gemella ” della nostra sede in quanto proviene dal medesimo luogo ed è stata portata da noi con il medesimo intento sociale.

La storia della “Chiesa dei Tupini”

Questa avventura ebbe inizio nel lontano 1988, quando il sogno dell’allora parroco Don Franco Gallea di avere una chiesa vera dove celebrare le funzioni ai Tupini in sostituzione del garage messo a disposizione dalla famiglia Ribetto, si concretizzò grazie all’idea del Capo Gruppo degli Alpini di Villar, Sebastiano Richiardi.

Il 6 maggio 1976 un terribile terremoto con una magnitudo di 6.5 devastò il Friuli-Venezia Giulia. Il sisma aveva un epicentro posto qualche chilometro ad est di Gemona del Friuli, in provincia di Udine, e fece registrare un valore compreso tra il nono e il decimo grado della scala Mercalli. Vi furono circa 1000 vittime, migliaia i feriti, almeno 200.000 gli sfollati che furono in breve tempo alloggiati in casette prefabbricate donate dall’ANA e da altre associazioni e tempestivamente piazzate grazie all’aiuto dei volontari, tra cui gruppi di Alpini giunti dalle nostre valli e in particolare da Villar.

progetto tupini

La ricostruzione post-sisma dei centri abitati fu particolarmente rapida. In dieci anni fu completata: le casette utilizzate per gli sfollati dovevano essere dismesse. Per non sprecarle le autorità locali decisero di donarle ai gruppi Alpini di tutta Italia che ne avessero fatto richiesta.

Fu proprio su questo che Sebastiano Richiardi, per tutti “Bastian”, fece leva e con l’appoggio del Generale Forneris ed il benestare del Sindaco Alberto Castagna, inoltrò la domanda per due di tali edifici da portare a Villar ed utilizzare uno per la nuova Sede del Gruppo e l’altro per l’agognata chiesa.

  • costruzione chiesa tupini
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  • chiesa tupini 6

Dopo un primo viaggio di ricognizione, si passò alla fase operativa, con 2 squadre di volontari, una di Alpini ed una di parrocchiani, che smontarono i due prefabbricati donati dal Comune di Trasaghis, li caricarono su camion e li portarono a Villar Perosa. Dove, nel frattempo, si era provveduto a trovare il terreno per la localizzazione e a realizzare il basamento in cemento.

chiesa tupini 6

Ai Tupini, con molta cura e dedizione diversi soci Alpini insieme a molti volontari, con migliaia di ore di lavoro volontario, ricostruirono la casa adattandola alle esigenze di un luogo di culto, dotandola di un altare in legno finemente lavorato sormontato da un crocifisso anch’esso in legno e con tante sedie donate dalla comunità a sostituire i banchi. Le madri e mogli degli Alpini pensarono alle tendine, alle tovaglie per l’altare, ai coprisedia. Alcuni anni più tardi ad abbellire la chiesa arrivò anche un grande sfondo costituito dal dipinto dell’artista locale Bolzanella.

La prima Messa realizzata nella “Chiesa dei Tupini” fu quella di Natale del 1988, a cui ne seguirono molte altre. Tutti i sabati sera alle 18 si teneva la Messa per la borgata, ma non mancavano le Messe in memoria di qualche parente defunto, le Commemorazioni per gli anniversari di Matrimonio e vi furono anche Battesimi e due Matrimoni, tra cui quello del Socio Marco Richiardi.

chiesa tupini gente

Col passare del tempo, però la situazione è cambiata, prima il COVID, con il divieto di celebrazione, poi il minor interesse per le funzioni religiose, la morte di don Gallea, il pensionamento di anziani parroci locali che capivano e condividevano l’attaccamento di quanti erano stati artefici dell’installazione, hanno inciso sul destino della chiesetta. I colpi finali sono arrivati negli ultimi tre anni: dapprima la volontà di un locale pubblico nelle vicinanze, di installare slot-machine (la legge della Regione Piemonte n.19 del 2021 per il contrasto del gioco patologico, prevede una distanza minima di 400 metri per la nuova apertura di esercizi commerciali, rispetto a una serie di luoghi ritenuti sensibili tra cui le chiese), poi problemi sull’aspetto idrogeologico del terreno su cui è posto il basamento, infine la verifica dell’iter per le autorizzazioni inerente l’installazione del fabbricato che l’allora parroco non aveva mai completato. Tutti questi fattori hanno messo in discussione l’opportunità di confermare la possibilità di installazione.

tetto tupini

Infine, recentemente, in seguito ad un forte vento che ha causato l’asportazione di parte del tetto, si è scoperto che l’intelaiatura di esso, essendo originaria degli anni ‘80 contiene amianto (Ethernit) pertanto pericolosa per la salute pubblica ed illegale dal punto di vista giuridico.

Si è cosi giunti al triste verdetto emanato dall’Amministrazione Comunale: la “Chiesa dei Tupini” deve essere demolita.

Tupini oggi

Rimarranno le foto e i ricordi di coloro che hanno preso parte a quest’avventura e resterà nel cuore dei villaresi ma resterà anche il rammarico di non aver potuto (o saputo) difendere un bene pubblico emblema della dedizione dei volontari e particolarmente amato e voluto da uno dei Capi Gruppi maggiormente rappresentativi degli Alpini di Villar.