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100 anni milite ignoto
Alpini,  Ricordi e Pensieri,  Storia

I cent’anni del Milite Ignoto

Il 3 novembre ricorre il centenario della istituzione del Milite Ignoto. Simbolo della Grande Guerra e di tutti gli uomini che hanno dato la propria vita per la Patria. In ogni città d’Italia vi è uno di essi a ricordo di tutti coloro che non furono più  ritrovati e diventarono dispersi in guerra.

La storia del Milite Ignoto:

Dopo la Grande Guerra nelle piazze, nelle chiese di tutta Italia e d’Europa vennero creati monumenti e cippi in nome dei Caduti.

Il 17 luglio 1920 a Roma la «Garibaldi, società dei reduci delle patrie battaglie» e l’Unione nazionale ufficiali e soldati approvano la proposta del colonnello Giulio Douhet: «Che la salma di un soldato italiano, che non si sia riusciti a identificare, rimasto ucciso in combattimento, sul campo, venga trasportata a Roma e collocata al Pantheon, simbolo della grandezza di tutti i soldati d’Italia, segno della riconoscenza del’Italia verso tutti i suoi figli, altare del sacro culto della Patria».

La realizzazione della tomba del soldato ignoto rappresentò il simbolo della vittoria ottenuta malgrado l’incapacità, la prosopopea dei dirigenti politici e soprattutto militari.

Con quest’atto Douhet propone di onorare i caduti con un monumento al Milite Ignoto a Roma; difende fin da subito i soldati e polemizza con Cadorna che aveva addossato alla viltà dei soldati la colpa di Caporetto. Douhet dichiara nell’agosto del 1920 a «Il dovere»: «Tutto sopportò e vinse il soldato. Dall’ingiuria gratuita dei politicanti e dei giornalisti alla calunnia feroce a scarico di una terribile responsabilità. Tutto sopportò e tutto vinse, da solo. Al soldato bisogna conferire il sommo onore. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba. Nel giorno in cui la salma giungerà al luogo di eterno riposo, tutta l’Italia deve vibrare all’unisono in una concorde armonia d’affetti. Tutti i cittadini debbono far ala al figlio e fratello di tutti, spentosi nella difesa della madre comune».

Douhet parla di «calunnia feroce diramata per il mondo a scarico di una terribile responsabilità».

Il disegno di legge sul Milite Ignoto venne approvato il 4 agosto 1921 dalla Camera all’unanimità e senza dibattito. L’unica modifica è il luogo di sepoltura: al posto del Pantheon, riservato ai re d’Italia, verrá scelto l’Altare della Patria al Vittoriano. Nei cimiteri di guerra sono individuate 11 salme. Don Silvio Solero, cappellano militare torinese, è testimone della celebrazione presieduta dal «vescovo al campo», il torinese di Pianezza Angelo Lorenzo Bartolomasi: «La cerimonia si svolse nella basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Ci andai con il vescovo Bartolomasi. Erano schierate, avvolte nel tricolore, le salme di undici ignoti. C’erano il duca d’Aosta; i condottieri della guerra; l’aristocrazia dei combattenti che avevano versato il sangue e sui cui petti brillava l’oro del valor militare; la moltitudine umile e anonima dei fanti, dei cannonieri, dei marinai e degli aviatori. C’erano tanti cappellani. E bandiere, bandiere, bandiere. Sventolava il tricolore, che avevamo dovuto ripiegare e occultare per non farlo lacerare e sputacchiare dai senza Dio e dai senza Patria. Il vescovo celebra Messa davanti alle undici bare e alla muta e immensa folla di vivi. Nel silenzio solenne ci sembra di sentire il battito dei nostri cuori. Solo un colpo di cannone scande il religioso silenzio».

La signora Maria Bergamas di Trieste, vedova di guerra e madre del sottotenente Antonio Bergamas, decorato di medaglia d’oro al V. M., caduto durante un attacco sul Monte Cimone, il cui corpo non era stato mai ritrovato, era stata prescelta perché indicasse la bara del Milite Ignoto.

Racconta Solero – «dallo stuolo delle dolenti sola si avanza quasi barcollante: impersona il dolore di tutte le donne d’Italia. Accasciata da un peso insopportabile, la madre cade in ginocchio, si fa il segno di Croce, si solleva e tocca con la mano la seconda salma da destra. Quella madre italiana ha trovato il gesto sublime della fede e della vita. Un colpo di campana scocca lento e grave dalla torre millenaria, ripetuto da tutti i bronzi d’Italia. Otto braccia robuste di medaglie d’oro sollevano la salma del Milite Ignoto. Un carro l’aspetta sul piazzale, un treno l’aspetta in stazione: passerà nelle regioni e vie d’Italia affollate di pellegrini che getteranno fiori, intoneranno cantici, inchineranno bandiere, faranno il segno della Croce, le moltitudini si leveranno».

Lo storico Augusto Tognasso, nella sua opera “Ignoto Militi” (1960) specificò che il figlio della signora Maira, Antonio, aveva disertato l’Esercito austriaco per combattere e morire in quello italiano.

Nel momento della scelta Maria aveva visto in quel feretro sconosciuto il figlio disperso « La madre, chiamando per nome il suo figliolo, cade prostrata e ansimante in ginocchio abbracciando con passione quel feretro » – racconta Solero.

Il treno con il feretro parte da Aquileia il 28 ottobre e, dopo un pellegrinaggio, giunge a Roma il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria. Le altre dieci salme di ignoti sono sepolte nel «cimitero degli Eroi» dietro l’abside della basilica di Aquilea. È la clamorosa manifestazione di cordoglio popolare.

milite ignoto 1921
milite ignoto 1921

Le tombe dei Militi Ignoti si diffondono dopo la Prima guerra mondiale, perché il numero di morti non identificati è enorme; fino ad allora i monumenti erano dedicati ai condottieri e per i caduti c’erano i cimiteri di guerra. Le prime tombe al Milite Ignoto sono in Francia, sotto l’arco di trionfo a Parigi e in Inghilterra nell’abbazia di Westminster.

Nel 1921 una parte del monumento, l’Altare della Patria, l’ara della dea Roma, è scelta per accogliere le spoglie del Milite Ignoto, che sono tumulate il 4 novembre con una cerimonia alla quale partecipa un’immensa folla.

Oggi l’Altare della Patria è il simbolo delle vittime non riconosciute di ogni guerra. Il Presidente della Repubblica Mattarella partirà da Roma per ripercorrere il viaggio fino ad Aquileia. Anche Trenitalia ha istituito un treno speciale della memoria che ripercorre le tappe che fece il treno nel 1920. Inoltre, il 4 novembre, anche la Rai ripercorrerà la storia della Signora Maria Bergamas con una fiction dal titolo “La Scelta di Maria” diretta da Francesco Miccichè che presenterà al grande pubblico quei momenti drammatici dopo la fine della Guerra fino al momento in cui Maria Bergamas decise chi, tra gli undici caduti sconosciuti, sarebbe divenuto il simbolo di tanti eroi senza nome.